Spoleto 2015, pp. X-326, ill. ISBN: 978-88-6809-051-7
L’opera riprende un insieme di studi nati in tempi diversi, e dedicati all’evoluzione che l’immagine del potere ha conosciuto in Italia meridionale tra l’alto medioevo e l’età angioina. L’indagine trae spunto dalle ricerche storiche preliminari al restauro della Porta di Capua, la struttura fortificata che Federico II fece costruire tra il 1234 e il 1239, all’ingresso della città campana. La fronte esterna di questa imponente struttura difensiva, demolita intorno alla metà del XVI secolo, era ornata da un complesso di elementi scolpiti, dominato dalla figura in trono dell’imperatore e considerato da sempre una sorta di manifesto della sua ideologia imperiale. La ricomposizione di questo ambizioso programma decorativo, ostacolata dalla dispersione e dallo stato gravemente frammentario delle sculture, è un problema che ha appassionato generazioni di studiosi, non solo di storia dell’arte. La figura stessa di Federico è stata oggetto di letture contrapposte, che ne hanno di volta in volta enfatizzato la dimensione umanistica di sovrano colto e la concezione sacrale e assoluta del potere. L’interpretazione del tema decorativo elaborato per la porta che custodiva simbolicamente l’ingresso al suo regno deve necessariamente risalire alle radici della sua ideologia del potere, e alle forme rappresentative dell’autorità proprie della prima realtà politica autonoma del Mezzogiorno italiano, i principati longobardi.
Area marginale per definizione, l’Italia meridionale rappresenta per gli studi medievali un terreno d’elezione. La condizione periferica e l’isolamento che ne hanno arrestato lo sviluppo in epoca moderna hanno permesso la sopravvivenza di testimonianze artistiche che altrove la stratificazione storica ha irrimediabilmente cancellato. Terra di conquista per longobardi, bizantini, arabi, normanni, e ancora svevi e angioini, di queste signorie il Sud d’Italia riverbera un’immagine mutevole, che spazia dalle simbologie e dai costumi barbarici dei sovrani longobardi ai rituali cavallereschi, alle suggestioni orientali della corte normanno-sveva. I riflessi di questa travagliata vicenda storica sono impressi in una produzione artistica complessa ed eterogenea, che assomma opere monumentali, monete, straordinari oggetti d’arte suntuaria, manoscritti. Gli studi che seguono focalizzano soprattutto questi ultimi, ma non solo.
Contents:
Premessa-Introduzione
1. Gli antefatti: Agilulfo e le Leges Langobardorum - 2. L’innesto normanno - 3. Laudes regiae. I rotoli dell’Exultet - 4. Il passato tra realtà e trasfigurazione: i cartulari italomeridionali del XII secolo - 5. Il gioco di un re - 6. Tancredi e l’eredità normanna - 7. Potere e immagine: la Porta di Capua - 8. Vivit et non vivit. Il mito e lo specchio.
TAVOLE - INDICI (Indice delle fonti archivistiche-Indice delle opere citate-Indice dei manoscritti-Indice dei nomi dei luoghi e delle cose notevoli-Indice delle illustrazioni e delle tavole a colori).