UOMINI E MONDI MEDIEVALI, 53 (ALL THE BOOKS OF THE SERIES)
Spoleto 2018, pp. 162, ISBN 9788868091699
Il primo agosto del 517, chino sul suo scrittoio, il chierico Ursicino finiva di scrivere un libro per la cattedrale veronese. Nel farlo, con un gesto che pochi praticavano in quei tempi, ci mise la firma e la data. Poi, quel libro con le vite di Martino, vescovo di Tours, e di Paolo, monaco nella Tebaide, finì sullo scaffale: libro tra i libri, unico tra molti altri pezzi unici. Cosa c’è di straordinario, dunque, nella storia di questo libro “ordinario”? Semplice: c’è che la grandissima parte dei libri scritti più di mille e cinquecento anni fa in Occidente è scomparsa da secoli: roghi, allagamenti, censure, bombardamenti, sottrazioni dolose, razzie e furti hanno fatto il loro indifferente lavoro di distruzione. Il libro di Ursicino, assieme agli altri che gli si sono depositati accanto, invece, no. La sede in cui ancora oggi sono conservati, dalla quale non si sono quasi mai mossi, li ha salvati da ciascuno di quegli agenti di distruzione e li ha portati fino a noi. Ciascuno di quei libri, anzi, ha una sua storia da raccontare di quel VI secolo, che vide la fine definitiva dello “stato” romano e lo sforzo creativo di inventarsi un’alternativa nel bel mezzo di un inedito “scontro di civiltà”. In quei cento anni si fece la storia delle due stagioni germaniche d’Italia: quella breve dei Goti e quella, appena nascente, ma destinata a più lunga durata, dei Longobardi. La storia dell’effimera riconquista militare d’Italia da parte dei Bizantini sotto Giustiniano: la versione orientale e cristiana dell’impero che fu di Roma. Si fece la storia che ha saputo tessere in un inedito ordito il ricordo non ancora sbiadito dei classici, del diritto romano, riesumato proprio nei decenni in cui sarebbe stato sopraffatto dai diritti tribali dei barbari, e dei Padri della Chiesa. La storia delle tensioni che scuotono la fede cristiana (ormai la principale intelaiatura del discorso pubblico e politico dell’Occidente), assediata da eresie, scismi e paganesimi vecchi e nuovi. Per ricordare e celebrare i mille e cinquecento anni del libro di Ursicino, la Biblioteca Capitolare, in collaborazione con il Dipartimento di Culture e civiltà dell’Università di Verona, ha deciso di dissigillare questi millenari superstiti, esporli e lasciare che le loro storie incontrassero nuovi ascoltatori. Questa occasione è prolungata dal presente catalogo, che offre l’opportunità di conoscere il passato direttamente dalla voce degli oggetti che lo hanno attraversato, capire il presente che essi hanno contribuito a costruire e immaginare tramite essi uno almeno dei futuri possibili che ci attendono.
Indice:
B. Fasani, Presentazione - A. Cesaraccio, L’ottagono della mostra - M. Bassetti - M. Stoffella, Viatico per la mostra - D. Cervato, I vescovi di Verona dal IV al VI secolo - C. Adami, I codici della Biblioteca Capitolare al tempo di Ursicino - M. Bassetti, Il codice di Ursicino [Ver. xxxviii (36)] - M. Modesti, Tra Goti e latini: il frammento palinsesto di Bologna [Bologna, Archivio della Fabbriceria di S. Petronio, cart. 716/1, n. 1] - C. Falluomini, Un codice miscellaneo latino con annotazioni in gotico [Ver. li (49) + Venezia, Collezione Giustiniani Recanati, CE.12.16] - G. Saccomani, Scuola antica e scuola cristiana in un codice veronese [Ver. xl (38)] - G. Saccomani, Il ‘Cresconio’ veronese: dal Codex ai frammenti e ritorno [Ver. lxii (60)] - F. Briguglio, Il codice palinsesto delle Institutiones di Gaio [Ver. xv (13)] - D. Tronca, Una pietra di fondazione per la gloriosissima civitas Dei [Ver. xxviii (26)] - G. S. Saiani, Un Evangeliario «de auro purissimo in membranis de purpura coloratis» [Ver. vi (6)] - G. S. Saiani, Un ponte tra Oriente e Occidente: il salterio bilingue greco-latino [Ver. i (1)] - P. Gatti, Cassiodoro e le Complexiones [Ver. xxxix (37)] - G. S. Saiani, Un dossier attorno alla dottrina cristiana [Verr. xxii (20), liii (51) e lix (57)] - Anno Domini 517. Verona in Ursicino’s Time. Crossroad of Men, Cultures and Writings.